Con un linguaggio dei nostri tempi, la Centuriazione potrebbe essere definita un grande progetto di pianificazione territoriale, con cui i Romani tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. colonizzarono questo territorio.
Questo progetto prevedeva la suddivisione agraria del territorio per affidare poi gli appezzamenti così ottenuti ai soldati veterani dell’esercito.
Attraverso sistemi di misura semplici ma precisi, i gromatici (ossia gli agrimensori), misuravano il terreno creando un reticolo con lato di 710 metri; i quadrati così definiti venivano chiamati centurie. Le linee parallele e perpendicolari che delimitavano le centurie si chiamavano cardini (kardines) con andamento nord-sud, e decumani (decumani) con andamento est-ovest. Tali linee potevano essere rappresentate concretamente da vie o da fossati, costituendo così una vera e propria rete viaria del territorio, ed insieme un eccezionale sistema di bonifica delle terre e di scolo delle acque piovane.
In questo sistema di misura, per primi venivano tracciati il Cardine Massimo e il Decumano Massimo, tra loro perpendicolari appunto, e dai quali partiva il tracciamento di tutti gli altri che venivano numerati in base alla loro posizione relativa ai primi due.
Grazie alla centuriazione e alla colonizzazione che ne conseguì, questo territorio in precedenza quasi disabitato, vide una grande crescita demografica e uno sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, nonché delle attività artigianali collegate.
Nei secoli che seguirono il crollo dell’Impero Romano, questi territori conobbero una decadenza demografica a causa di invasioni, epidemie, eventi naturali, e non tutto il disegno romano del territorio resse agli eventi. In alcune zone i boschi presero il sopravvento sui campi coltivati e la mancata manutenzione della canalizzazione fece sì che alcune aree smisero di essere coltivate e divennero zone umide e paludose.
A partire dal XII secolo il territorio tornò a popolarsi e strade e le canalizzazioni vennero recuperate per l’interesse della Chiesa e dei proprietari fondiari e a vantaggio del commercio e dell’agricoltura, ma fu con l’avvento dei Veneziani nel 1400 che bonifica e agricoltura ridivennero primari per questo territorio.
Dall'età romana fino ad oggi, il disegno primigenio degli agrimensori romani pur subendo qualche perdita e con le modificazioni dovute allo sviluppo della società e delle attività umane, è rimasto in gran parte indenne al cambiamento, e costituisce ancora la cifra caratteristica della zona a Nord Est di Padova. Esso oggi occupa circa 190 Kmq e si estende tra le tre Provincie di Padova, Venezia e Treviso.
Con le sue vie e i suoi fossati paralleli e perpendicolari, le siepi e i filari di alberi ancora rimasti a delimitare i campi, che spesso ancora appaiono come le antiche centurie, il Graticolato costituisce un unicum paesaggistico, che il D.Lgs. 42/2004 tutela nella sua struttura fondiaria storica.
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Si ringraziano per le foto del graticolato Mauro Varotto e Francesco Ferrarese- Università degli Studi di Padova.
Presso il Museo della Centuriazione Romana a Borgoricco, dove sono raccolti reperti archeologici raccolti in questo territorio e dove è stata effettuata una ricostruzione di quella che doveva essere la vita quotidiana nel “Graticolato Romano” nei primi secoli dopo Cristo, è possibile capire il grado di raffinatezza di questa disegno territoriale e della sua funzionalità alla vita dei coloni romani.